Le associazioni del comparto ascensori esprimono disappunto sul “dietro front” del governo a cessione del credito e sconto in fattura

Le associazioni del comparto ascensori, tra le quali anche CNA Installazione Impianti, esprimono disappunto per il Decreto “Salva Conti”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 marzo, che con un inaspettato dietro front abolisce cessione del credito e sconto in fattura, unici strumenti che avrebbero consentito alla popolazione di poter usufruire in maniera efficiente ed efficace del bonus “barriere architettoniche” e provvedere alla ristrutturazione di buona parte degli edifici di vecchia costruzione presenti sul territorio, migliorandone l’accessibilità anche attraverso l’installazione o l’ammodernamento di impianti elevatori.

Nel marzo 2023, di fronte alla decisione del Governo di estendere l’utilizzo degli strumenti di cessione del credito e sconto in fattura, le Associazioni avevano già posto l’accento sull’importanza anche sociale e sulla sostenibilità dell’iniziativa di abbattimento delle barriere architettoniche.

Le medesime Associazioni ritengono, infatti, che interventi legati al miglioramento dell’accessibilità e all’abbattimento delle barriere architettoniche,quantificati in circa 250 milioni di euro/anno, con un credito fiscale generato inferiore a 200 milioni di euro, possano essere fattibili se supportati da questi “strumenti”, assolutamente essenziali in considerazione dell’importante valore sociale dell’accessibilità diffusa.

Oggi il nuovo provvedimento, essendo gli interventi di “svecchiamento” rivolti soprattutto ai condomini, rende tale opportunità utopistica: il rischio che famiglie meno abbienti non possano sfruttare il bonus “barriere architettoniche” diventa non una probabilità, ma una (quasi assoluta) certezza. Ciò significa impedire a migliaia di cittadini italiani una facilità di accesso agli edifici, attualmente preclusa dalla mancanza di impianti elevatori soprattutto in edifici di vecchia costruzione.

Per le associazioni del settore sarebbe un’occasione persa, nell’anno del G7 dedicato all’accessibilità che si terrà in Italia (nello specifico in Umbria) dal 14 al 16 ottobre prossimi, non poter presentare un solido sostegno alla misura di accessibilità confermata fino al 2025. Sostegno che è orientato al miglioramento della qualità della vita per almeno una parte dei 3,5 milioni di cittadini, pari al 7,2% della popolazione con più di 15 anni, in particolare a quelli più fragili, con disabilità motoria e/o gli anziani.

Le associazioni chiedono quindi al Governo di riconsiderare la misura e continuare a permettere la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche: un costo sostenibile per una misura ad altissimo impatto sociale.

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