Con il decreto ministeriale D.M. 4 aprile 2023, n. 59 è stato istituito il RENTRI, che ha lo scopo di digitalizzare e semplificare gli adempimenti relativi alla tracciabilità dei rifiuti speciali (pericolosi e non) e di alcune categorie di rifiuti non pericolosi.
Per evitare sanzioni e assicurare la piena conformità normativa, è fondamentale conoscere le tempistiche e prepararsi per tempo.
Scadenze per le imprese con fino a 10 dipendenti
La fase che interessa le imprese produttrici iniziali di rifiuti speciali pericolosi con meno di 10 dipendenti è la seguente:
Decorrenza dell’obbligo: 15 dicembre 2025.
Termine ultimo per l’iscrizione: 13 febbraio 2026.
Contributo annuale alla prima iscrizione: per questi soggetti indicato in circa 15 € (per il primo anno) e 10 € gli anni successivi.
Cosa comporta l’iscrizione
Una volta iscritti al RENTRI, gli obblighi principali sono:
– Tenuta digitale del registro cronologico di carico e scarico dei rifiuti, secondo il nuovo modello previsto dal D.M. – 59/2023
– Emissione dei Formulari di Identificazione dei Rifiuti (FIR) in nuova forma digitale o vidimazione digitale, nei casi previsti
– Trasmissione dei dati al RENTRI nei termini stabiliti, qualora prevista.
Le imprese che rientrano in questa fascia (fino a 10 dipendenti) devono quindi organizzarsi per:
– Verificare il numero aggiornato di dipendenti e la tipologia di rifiuti prodotti (se pericolosi o meno)
– Preparare i dati aziendali, le sedi operative e il referente per il RENTRI
– Registrarsi sulla piattaforma RENTRI nei tempi indicati (entro il 13 febbraio 2026)
– Verificare le proprie procedure interne per la gestione dei rifiuti, aggiornare i modelli e se necessario formare il personale interessato.
È bene non attendere l’ultimo momento: l’iscrizione e la predisposizione dei flussi possono richiedere tempo, soprattutto per l’aggiornamento dei sistemi gestionali o l’affidamento a un consulente.
Non rispettare questa scadenza può comportare sanzioni, oltre che un maggior onere organizzativo e procedurale.